Restauro

I miei maestri mi hanno insegnato che per, eseguire un recupero del restauro, bisogna, prima di tutto, scoprire la causa del degrado, per poi passare alle fasi successive, concernenti la conservazione di ciò che è rimasto, il consolidamento di tutte le zone pericolanti, l’eliminazione delle sole parti degradate, l’esecuzione della protezione finale, curando il tutto in modo da renderlo maggiormente durevole nel tempo.

Restauro

Per realizzare tale percorso è necessario iniziare con un’indagine conoscitiva al fine di individuare una diagnosi nel restauro relativa a un edificio, un monumento o alcune parti pittoriche.

Bisogna poi comprendere se il manufatto sia sottoposto a una sovrintendenza, nonché approfondirne i dettagli effettuando una ricerca storica che giunga ad un’analisi dettagliata dell’oggetto e delle sue patologie, le quali possono risultare evidenti e chiare, così come completamente sconosciute.

In aiuto arriva la tecnologia con la diagnostica non distruttiva tipo la termografia che opera nella banda delle radiazioni infrarosse e sfrutta la capacità propria di ogni materiale di emettere, con continuità, energia sotto forma di radiazioni elettromagnetiche.

Il metodo consiste nell’irraggiamento di una superficie da analizzare e nel successivo rilevamento dell’emissioni. La strumentazione termografica trasforma queste radiazioni emesse dalla superficie che vengono raccolte e trasformate prima in segnali elettrici e dopo in immagini a differente tonalità di colore, che varia dalla conducibilità termica e  dal calore specifico che sono riferite ai diversi tipi di materiale. Questo fa sì  che venga  rilevata  l’umidità del supporto (ad  esempio un forte livello di umidità può essere indicato dal colore blu, mentre una fonte di calore può essere evidenziata dal colore rosso) , utile in quanto la termografia permette di analizzare lo stato di degrado del manufatto.

Questo è uno dei tanti metodi che si usano per la diagnostica e che faccio eseguire prima di un intervento, con personale specializzato.

Nel caso, invece, della soluzione distruttiva, le indagini sono di tipo invasivo e si basano sull’esigenza di operare sul posto con più prelievi, seppure limitati e circoscritti, del supporto, da analizzare, nei casi di maggior rilevanza, in un laboratorio per ricavare un maggior numero di informazioni sulla causa del degrado. In numerose parti del supporto, vengono eseguite alcune stratigrafie al fine di conoscere i materiali dei colori utilizzati in origine sul manufatto in modo da farli rivivere nuovamente e ancora per molto tempo.

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